lunedì 16 giugno 2014

I migliori servizi VPN gratuiti



Giorno bella gente!!
Oggi volevo illuminare qualcuno di voi con un tema tanto discusso, ai fini dell' anonimato.
Parliamo dei servizi:


VPN

Sempre più utenti desiderano celare la propria identità online e avere maggiore sicurezza. Quindi vorrei presentarvi un...surrogato di classifica dei migliori servizi VPN gratuiti, analizzandone le caratteristiche.




L'acronimo VPN sta per ‘rete virtuale privata’, approccio che permette di navigare o scaricare file connettendosi a un server o a una rete remoti, come se si fosse fisicamente collegati. In passato le VPN erano utilizzate solo nelle aziende, ma la diffusione dei provider ha permesso che ne beneficiassero anche gli utenti comuni. Se un datore di lavoro si avvale di una VPN, dovrà fornire un software che permetta ai dipendenti  di collegarsi alla rete aziendale da casa, o da qualsiasi altro luogo, per un accesso sicuro ai documenti, ereditandone l’indirizzo IP per essere riconosciuti come parte di essa. In alternativa (e per scopi differenti), esistono servizi VPN offerti da provider esterni che forniscono un software per il collegamento ai loro server, celando l’identità degli utenti o collocandoli addirittura in un altro Paese, funzione utile per visitare le pagine accessibili soltanto da determinate aree geografiche. In merito alla sicurezza, le VPN offrono sistemi di criptazione utili per operazioni delicate, come le transazioni finanziarie.

Date le numerose possibilità offerte dai servizi VPN gratuiti, ho deciso di escludere quelli a pagamento...vista anche l'aria di crisi finanziaria che non accenna a diminuire...poveri noi... Comunque, non che si tratti di denaro sprecato, ma per cominciare vi suggerisco di provare uno dei primi, così da poter decidere se le funzioni in abbonamento fanno o meno al caso vostro. Pur non in termini di denaro, questi servizi possono nascondere altri costi: ad esempio, una riduzione della velocità effettiva nella connessione, causata dalla condivisione della banda con altri utenti sui server del fornitore o da una minore capacità di trasmissione mirata a farvi investire nelle funzioni a pagamento. Per testare la velocità delle VPN ho provato utilizzando speedtest.net, ma ricordate che si tratta di dati relativi a un singolo test: forse avrei raggiunto altri risultati con più misurazioni, sebbene una media giornaliera non avrebbe alterato significativamente i termini di paragone. La velocità dipende infatti anche dal server e dall’area geografica da cui si effettua il collegamento. Inoltre, i dati sono il risultato del servizio speedtest.net e del server del fornitore, perciò la velocità effettiva sarà più bassa di quella riportata e di quella che normalmente utilizzate (ad esempio, uno dei servizi ha registrato 12 Mb/s, ma se la vostra banda raggiunge al massimo i 7 Mb/s, sarà quello il limite). I dati riportati sono relativi ai download, in quanto la velocità di upload si è dimostrata costante a circa 0,35 Mb/s. Anche la latenza della connessione (ossia il lasso di tempo tra la richiesta e l’arrivo dei dati) è importante: non nel caso della navigazione web o dei download, ma per applicazioni come Skype e giochi online una maggiore latenza è deleteria e in queste circostanze sconsiglio vivamente di utilizzare una VPN. Altri aspetti contribuiscono a distinguere i servizi, tra cui il più importante è la scelta del Paese di provenienza e le opzioni disponibili.



HotSpot Shield
hotspotshield.com







HotSpot Shield è uno dei servizi VPN gratuiti più popolari, nonostante le consistenti limitazioni. Prima fra tutte la pubblicità, utilizzata come sostentamento, ma che spesso gli utenti trovano fastidiosa per la navigazione. Seconda, ma non meno importante, è la scelta casuale di un server collocato negli Stati Uniti nonostante la compagnia ne possieda anche nel Regno Unito, in Australia e in Giappone, impedendo l’accesso alle informazioni legate a determinate aree geografiche. Inoltre, tentando di collegarsi a siti come Hulu, disponibili solo negli Stati Uniti, l’accesso è bloccato per chi possiede il servizio gratuito.

Se invece intendete utilizzare la VPN per navigare in modo anonimo e sicuro, questi inconvenienti non saranno un problema.Non esistono limiti per l’utilizzo dei dati e non è necessario registrarsi per usufruire del servizio. Velocità rilevata: 6,5 Mb/s.



Private Tunnel
privatetunnel.com






A differenza di altri servizi gratuiti con alternative a pagamento, Private Tunnel offre un’unica soluzione che non prevede canoni mensili, ma un limite di 100 MB al mese: una quantità esigua per uno smartphone, figurarsi per un desktop o un laptop. È possibile abbonarsi alle versioni da 50 GB, 100 GB o 500 GB, basate sul consumo di dati, per un numero illimitato di device. I server disponibili si trovano negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, in Olanda e in Svizzera, pochi rispetto ad altri servizi, ma più che adeguati per la maggior parte degli utenti, indipendentemente dallo scopo. Velocità rilevata: 10 Mb/s.



CyberGhost
cyberghostvpn.com





Anche CyberGhost, come altre, si sostenta attraverso qualche pubblicità. I server si trovano nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in numerosi Paesi europei, fino a Russia e Ucraina. Gli utenti free possono scegliere tra 21 dei 24 Paesi disponibili, mentre il numero dei server si riduce drasticamente da 253 a 20. Il servizio gratuito presenta altre restrizioni, come la banda, per cui è possibile che il server selezionato non risulti disponibile, o che sia necessario attendere 60 secondi prima di potersi connettere. Una volta collegati, la disconnessione avviene dopo tre ore di navigazione, ma si può ritentare il collegamento. Infine, il limite per la banda è di 1 Mb/s.



Tunnel Bear
tunnelbear.com







Il nome Tunnel Bear s’ispira all’ideologia comune per cui una VPN sarebbe come un tunnel che collega il PC a un server o a una rete remoti. La presenza dell’orso e del tema a capanna, invece, rimangono un mistero! Màh...

I server si trovano negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada, Germania, Francia e Giappone, più uno in Australia riservato al servizio a pagamento, che si differenza per la quantità di dati disponibile. L’opzione free offre 500 MB al mese, ma è possibile richiedere 1 GB attraverso Twitter (sembra che i giochi di parole relativi agli orsi aumentino le possibilità di successo). Oppure, con un canone annuale o mensile la quantità può diventare illimitata e il servizio utilizzabile sui device portatili. Velocità rilevata: ottima, con 12 Mb/s.



Spotflux Lite
spotflux.com/chrome.php







L’originale Spotflux prevede l’utilizzo di un client sul PC, mentre Spotflux Lite si distingue per essere un componente aggiuntivo del browser, attivo durante la navigazione ma non in altre applicazioni, come Skype, per cui una VPN è sconsigliata. Non è dunque necessario attivare e disattivare il servizio. Tuttavia, Spotflux Lite è disponibile solo per Google Chrome, una sfortuna se non si tratta del vostro browser preferito. Ma questo non è l’unico limite: i server si trovano esclusivamente negli Stati Uniti, nonostante si vociferi che ce ne siano altri in arrivo. Se il vostro unico obiettivo è la sicurezza, Spotflux Lite fa al caso vostro, ma non se intendete guardare programmi on demand dall’estero. Velocità rilevata: mediocre, a 6,5 Mb/s.

Bene gente, arrivati a questo punto, tiriamo le conclusioni:
ognuno dei servizi presi in esame implica degli inconvenienti. Nonostante i lati positivi, la quantità limitata di dati gratuiti offerta da Private Tunnel o Tunnel Bear vi costringerà ad abbonarvi ai servizi a pagamento, mentre tra quelli completamente free, Spotflux Lite è utilizzabile solo su Google Chrome, non è possibile scegliere il server e la velocità è piuttosto ridotta. Hotspot Shield offre un unico server negli Stati Uniti (con tanto di abbondante pubblicità), tentando di dirigervi verso il servizio a pagamento, e CyberGhost comporta ritardi nella connessione e una notevole riduzione della velocità di download. Se, tuttavia, la velocità non è la vostra prima preoccupazione, si tratta di un ottimo servizio gratuito, nel complesso il migliore.

Ai posteri l'ardua sentenza...
Ciao belli da Dani!!


martedì 3 giugno 2014

Murdered: Soul Suspect


Sera bella gente!
Ma quanto tempo....e ancora di più dall'ultimo post scritto su un videogame....sigh...
Quindi non perdo tempo e inizio subito con:

Murdered: Soul Suspect





Il gioco si apre tra le buie strade della cittadina di Salem: il detective Ronan O’Connor è sulle tracce di un misterioso assassino, meglio conosciuto come il Bell Killer, ma proprio quando è a un passo dal fermarlo viene freddato senza pietà. Scaraventato fuori da una finestra durante una violenta colluttazione, Ronan viene poi finito con sette, colpi di pistola, esplosi dalla misteriosa figura incappucciata. La presentazione o intruduzione del gioco, che dir si voglia, è molto curata dal punto di vista grafico, compreso il comparto animazione, piuttosto credibile. Direi che più che un prologo, avrei parlato di epilogo, se non fosse che Ronan, nonostante i fori che si aprono visibilmente nel suo corpo, sembra lungi dall’essere morto. Seppur abbandonato il suo corpo, lo spirito del detective pare deciso a continuare le indagini su questo caso, almeno fino a quando il Killer Bell non sarà assicurato alla giustizia… o fatto fuori, per quel che vale o che sappiamo.





Ma perché questa seconda chance? Forse si trtta di una persona "speciale"? Direi di no, visto che il detective è cresciuto tra difficoltà e traumi, tanto da disseminare il proprio corpo di tatuaggi che gli ricordano fardelli pesanti che porterà sempre con sé. L'intruduzione al gioco, parla molto chiaro... Nessuna motivazione particolare quindi, se non quella legata ad una città dove la morte non è uno stato finale, e una volta abbandonato il proprio corpo gli abitanti continuano a “vivere”, almeno finché non abbiano portato a termine il loro "obiettivo". Pronto a vestire i panni dell’ex poliziotto, il giocatore entra in scena per dare un senso all’esistenza di Ronan, indagando per la città e cercando di scoprire la prossima mossa del Bell Killer, così da poter finalmente ricongiungersi con lo spirito della sua amata.





Essere uno spirito ha anche i suoi lati positivi: il detective potrà infatti spostarsi liberamente per le case passando attraverso le pareti (a meno che non ci siano luoghi consacrati – escamotage utile e piuttosto ben studiato per limitare l’ambientazione di gioco) o impossessarsi delle persone per un breve periodo di tempo. L’interazione quindi si sposta contemporaneamente su due piani, quello surreale e quello reale, così da rendere le indagini più intricate e l’esperienza globale più varia e affascinante. Occhio però alle entità non molto gentili che popolano la vecchia Salem visto che, se da un lato potrete contare, quando possibile, sul supporto di quegli spiriti che vagano per la città da secoli, dall’altra potreste incontrare creature demoniache che non aspettano altro che divorare la vostra anima.





Non sarebbe però un’avventura completa senza un co-protagonista, o meglio una, visto che la persona in questione è una ragazza di nome Joy. L’introduzione di questo personaggio giocabile ampia ancora di più le possibilità di indagine, offrendo un’esperienza di gioco molto coinvolgente, oltre che una narrazione intrecciata con molta abilità e bravura, che sinceramente nemmeno io stesso mi aspettavo. Ogni scena del crimine si aprirà con una domanda a cui dovrete rispondere indagando palmo a palmo la location, fino a trovare la soluzione del mini-enigma o "sottogioco" di turno e arrivare finalmente alla tanto agognata verità sulla morte del detective. Un’esperienza tutt’altro che scontata, CREDETEMI...Murdered: Soul Suspect, è un gioco che potrebbe riservare più di qualche sorpresa agli amanti del noire e non...parola mia!

Ragazzi, con questo post vi lascio ad un buon trailer del gioco in questione, dandovi appuntamento al più presto possibile.
Ciauz!!




sabato 24 maggio 2014

La minaccia di CryptoLocker


Buongiorno a tutti!
Oggi volevo ragguagliarvi su una minaccia molto pericolosa.
Parliamo della minaccia di CryptoLocker.


Di recente si è molto parlato del virus CryptoLocker. Ecco come funziona questo
terribile cavallo di Troia.




Nel corso degli anni, la natura dei virus informatici è radicalmente cambiata.
Quando il primo caso di cui abbiamo tracce, Creeper, ha fatto la sua comparsa nel 1971, il suo unico scopo era accedere al sistema e annunciare: “Sono Creeper, prendimi se ci riesci!”. Ora che ci sono così tante informazioni personali archiviate sia online sia nei nostri computer, qualcosa di più oscuro sta emergendo.
I ransomware sono una nuova classe di cavalli di Troia (trojan) che ha iniziato a comparire negli ultimi anni e di cui è bene tenersi alla larga. Il principio dei ransomware è semplice. Tendono a entrare in un sistema mascherati da allegati di email e una volta aperti, procedono a criptare i file sul computer. Il virus poi si autodistrugge e dice all’utente che i suoi dati sono stati presi in ostaggio e che saranno rilasciati solo dietro pagamento del riscatto richiesto.
Il ransomware è apparso per la prima volta in Russia nel 2004, con il Cgpcode Trojan. Gli analisti della sicurezza di Kaspersky furono in grado di capire la portata che il programma aveva sui dati sfruttando gli errori che l’autore aveva fatto nel codice. Ma ora il trojan è tornato, e questa volta è supersicuro.
CryptoLocker è l’ultimo ransomware che ha colpito utenti insospettabili, e finora pare sia impossibile bloccarlo. Inoltre, non colpisce solo i dati presenti sul vostro hard disk interno. Cerca anche i file su tutti i drive e in tutte le cartelle a cui può avere accesso dal vostro computer, inclusi i file di gruppo condivisi con i colleghi, le risorse dei server della società e altro. Qualsiasi cosa che sia a portata viene criptata.
CryptoLocker espone poi la sua richiesta di riscatto, chiedendovi di pagare per avere la chiave di sblocco con Bitcoin o MoneyPak. La somma esatta può variare, ma può raggiungere anche i 1300 euro. Un messaggio di poche parole dice che i vostri file sono stati criptati e che qualsiasi tentativo facciate di rimuovere il software distruggerà l’unica possibilità che avete di decriptarli. Per aumentare i toni drammatici, sullo schermo compare un orologio con un conto alla rovescia. Nel giro di 72 ore i dati saranno persi per sempre. Foto, video, documenti, musica, e qualsiasi altra cosa salvata sul vostro PC scomparirà senza possibilità di recupero. La struttura del virus è tale che non è possibile creare una chiave per la criptazione, i dati richiesti allo scopo sono conservati solo da coloro che scatenano il virus. L’algoritmo di criptazione RSA usa due chiavi: una pubblica e una privata. I messaggi possono essere criptati usando la chiave pubblica, ma possono essere decriptati soltanto usando quella privata. E questo è il modo in cui funziona Gpcode: cripta file delle macchine delle vittime usando la chiave pubblica, codificata nel suo corpo. Una volta criptati, i file possono essere decriptati solo da qualcuno che possiede la chiave privata, in questo caso l’autore o il proprietario del programma con i virus. La rimozione del virus stesso è di poca utilità per la vittima e chiudere i server che contengono la chiave porta alla perdita dello strumento di decriptazione, ed è difficile in ogni caso, visto che le location dei server vengono modificate ogni settimana. Tutto questo significa che le vittime devono pagare il riscatto o perderanno i dati; e persino se pagano non c’è nessuna garanzia che i criminali rispetteranno le condizioni. Gli attacchi di CryptoLocker sono diventati così diffusi nel Regno Unito che la National Crime Agency ha fatto un annuncio attraverso la sua unità contro i crimini cibernetici in cui si dichiarava che le email vengono mandate anche a decine di milioni di utenti inglesi, ma sembra che siano mirate in particolare verso le piccole e medie imprese. Questo episodio di spamming ha un rischio elevato. Complessità e sofisticatezza di un programma come CryptoLocker creano un precedente sconvolgente e fanno temere che possano esserci ulteriori sviluppi in questa ondata criminale; rispetto al classico hacker chiuso nella sua stanza che agisce solo grazie alle proprie capacità di codificazione, si assite ora allo sviluppo di reti di cybercriminali professionisti.
L’anello debole siamo sempre noi e con un po’ di attenzione è possibile sconfiggere anche il peggior nemico informatico. Innanzitutto non bisogna scordarsi di effettuare con regolarità il backup dei dati importanti su un drive non collegato permanentemente al computer, magari associandolo a un backup online via Dropbox, Google Drive, Skydrive e simili. Ma la regola base è sempre la stessa: MAI, MAI, MAI aprire un file o un link in un’email o su un social network a meno che non siate sicuri della sua provenienza. Oltre, ovviamente, ad avere installato e regolarmente aggiornato un BUON antivirus.

Ragazzi che dirvi...? Fate moooolta attenzione e anche se non saremo mai al sicuro (per ora...), cercate di seguire i miei consigli, anche se abbastanza scontati...ma a volte non ci si pensa, proprio per la loro troppa semplicità.
Alla prossima dal vostro Dani!!